Soledad, hermana

La storia cantata: Il suicidio di María Soledad Rosas (Sole) (11 Luglio 1998)

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Solitudine, compagna… In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostra disfatta la fine del pensiero, la certezza inutile che ogni nostra rivolta era una frase fatta gridata per confondersi a un universo futile. Solitudine, compagna… In fondo alla tua vita c’è la roccia perduta la cima irraggiungibile, la distanza infinita la nostra vita fatta, quotidiana e fottuta il lavoro, la casa, la tristezza, la vita… Compagna solitudine, noi partiamo in vacanza la tua disperazione conservacela in frigo ce ne occuperemo alla fine del rigo dove nei nostri slogan parliamo di speranza. Solitudine, compagna… In fondo a quest’estate, quando ritorneremo, fatti trovare ancòra come un’àncora rotta ed affondando insieme potrò dirti «Porteremo quest’ odio sociale nella storia corrotta» Solitudine, compagna… La storia ormai è finita e affoga dentro un pozzo se la stanno sbranando questi quattro assassini, l’urto sui nostri volti, la violenza del cozzo ci ha strappato le armi e spezzato i canini. Compagna solitudine qui son tutti colpevoli: la repressione che ci ammazza senza pausa, gli schiavi abbrutiti, il torpore della causa, lo Stato assassino i boia consapevoli. Solitudine, compagna… Però anche noi tutti, compagni troppo stanchi troppo occupati a cercare un domani per difendere l’oggi dai colpi sui fianchi per difenderci oggi, per usare le mani. Solitudine, compagna… Brindavamo alla chiusura del luglio libertario alla nostra sconfitta onorevole e certa questo treno in partenza di cui non so l’ orario e non esce più sangue ma la ferita è aperta. Compagna solitudine, di te posso dire “morta” ma io non sono certo di poter respirare questo paesaggio aspro di continuo dolore questo cielo fumoso, questa luna contorta. Solitudine, compagna… In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostra sconfitta la fine del futuro, la perdita d’ orgoglio la rivolta ingabbiata, c’è la morte già scritta c’è la mia speranza impiccatasi in luglio.
Informazioni

"Questa canzone fu scritta all’indomani della notizia del suicidio di Maria Soledad Rosas, appunto la “Compagna Solitudine”. Ci sono attaccatissimo, ma non la propongo mai, né nei dischi né in concerto perché tocca il fondo di un dolore senza fondo. Quel fondo che fa si che nessun anarchico si senta mai del tutto solo, perché ci sono gli altri anarchici dovunque lui vada ed è pazzesca la solidarietà. Ma per converso quando uno di noi se ne va, la ferita non può rimarginarsi e butta sangue ancora. E poi è forse troppo disperata… e mi rompe fare canzoni sui fatti sociali senza un minimo di speranza." - Alessio Lega (da Canzoni contro la guerra)

Vedi anche There will be trouble in town

Fonte

Catanuto S. Schirone F. Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Zero in condotta, 2009 Milano

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