Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato

Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato

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Lo vidi una mattina appeso su quel muro, sentii drizzarsi il crine, mi feci in volto scuro. Andai dal presidente: " Che storia è questa qua? " Rispose sorridente: " Una grande novità " Evviva il crocifisso dell'ARCI di San Miniato! Evviva chi ce l'ha messo, che sempre sia lodato! Cantiamo tutti in coro, con mistico fervor: " Evviva il crocifisso, simbolo dell'amor ! " Mio caro presidente, ma 'un s'era anche laicisti? S'andava a testa bassa contro madonne e cristi! " Contrordine compagni, 'un si bestemmia più: faremo le riforme nel nome di Gesù! " Evviva il crocefisso dell'ARCI di San Miniato! E' il primo grande passo per governar lo stato! Compagno sull'attenti, porta la mano al cuor, avremo il crocefisso sul patrio tricolor| Compagni miei, compagne, s'ha da vedè anche questa, ma presto verrà il giorno che rialzerem la testa: giuriam che da quel giorno, sarà quando sarà, L'Italia tutta intera si scrocifiggerà!
Informazioni
Scritta e musicato dal socio UAAR di Firenze, Marco Mangani, nasce fra le 23 e le 24 del 14 Luglio 2012, durante l’usuale convegno che si tiene sulle colline del Chianti, in località Poneta nei pressi del Ferrone ogni anno, proprio nell'anniversario della presa della Bastiglia. Qui convergono, gli ultimi, indomiti laicisti toscani, per dar un po’ di voce e un po’ di fiato al loro folle delirium tremens: riuscire a liberare l’Italia dalla servitù Vaticana, educando al contempo il popolo al pensiero critico e libero! I tragici eventi evocati da questa canzone, vibrante di passione civile rivoluzionaria e anticlericale in ogni sua nota, sono quelli verificatesi nel Circolo ARCI – Casa Culturale di San Miniato Basso, destando così le giuste ire degli ultimi laicisti di San Miniato rimasti, fracui campeggia la figura epica del Rino Bertini. Ire, quelle dei laicisti, naturalmente inascoltate dalla dirigenza del Circolo ARCI, ben ammanicata con il Vescovo di San Miniato e i suoi tirapiedicosiddetti politici. (contributo di Giovanni Mainetto, Pisa)
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Pardo Fornaciari
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