Canto dei confinati di Ustica 1927

Canto dei confinati di Ustica 1927

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DAGLI AFFETTI E DAL LAVORO CI HAN BANDITI I PREPOTENTI SU QUEST’ISOLE RIDENTI CI HAN VOLUTI CONFINAR SOL PERCHE’ IN COR CI SPLENDE UNA FEDE E UNA SPERANZA DI FRATERNA COMUNANZA, DI GIUSTIZIA E DI BONTA’ MA SE VINTI ADESSO SIAMO NON PER QUESTO MUTEREM, L’IDEAl CHE PROFESSIAMO SEMRE IN CORE PORTEREM NON CI SCUOTE E NON CI PIEGA IL TERROR DELL’OPPRESSIONE NELL’ESILIO LA FAZIONE SI RITEMPRA SEMPRE PIU’ NOI VOGLIAMO LA RIBELLE CHE C’INFIAMMA IL NOSTRO CORE NEL SUO MANTO DI SPLENDORE ‘LL’AVVENIRE ADDITERA’ ALLE PLEBI DELLA TERRA INVITANDOLE A PUGNAR SGOMINANDO NELLA GUERRA IL SERVAGGIO SECOLAR ALLE PLEBI DELLA TERRA INVITANDOLE A PUGNAR SGOMINANDO NELLA GUERRA IL SERVAGGIO SECOLAR
Informazioni

Nel disco "Canti dei lager" di Sergio Liberovici si trova una registrazione eseguita da Silverio Pisu nel 1966. Nel testo compare un'altra canzone nota come "Al libro, all'aratro ed al martello" pubblicata da Catanuto e Schirone nel volume "Il canto anarchico in Italia", la cui melodia è ripresa da una canzonetta del 1920 cantata dal tenore Cav. Elpidio Gaiotto dal titolo "Mamma non l'amo più" ancora reperibile su Youtube.

Il canto dei confinati di Ustica 1927 eseguito dal Coro Ingrato si rifà all’aria del “Canto dei malfattori” in quanto nel materiale cartaceo sequestrato in quel tempo all’anarchico Boldrini e poi finito nell’archvio Centrale di Stato, l’autore aveva chiaramente indicato che la melodia che accompagnava il testo era proprio il Canto dei Malfattori.

Scheda del canto
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Inserito da
ezio cuppone

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