Andando un Giorno al Seggio Elettorale

Andando un Giorno al Seggio Elettorale

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1 Andando un giorno al seggio elettorale Occhio alla penna mi disse un signore Che da quella proviene il bene e il male Attento di non fare qualche errore. E cerca di guardarti il capitale Che ti ha lasciato il morto genitore Che se avranno il comando i scalmanati Dei beni nostri saremo privati 2 Banda di arraffacani svergognati Risposi io con viso molto schietto I lavoranti li avete affamati Ora li dividete per diletto. Voi con i vostri ventri rigonfiati Dove letame e vermi hanno ricetto State inneggiando la democrazia Poi la tradite per qualunque via 3 Cosí l’intruso se ne scappò via Sentendo la risposta sconcertante Senza dare commiato a chi che sia Quando ha compreso chi c’avéa davante Parassitaria di una borghesia Che andate in cerca dell’uomo ignorante Senza punto guardare agli orizzonti Che sta passando il secolo dei tonti 4 E voi con nuove insidie siete pronti Sfruttando poco piú gli agricoltori Che spopolati hanno lasciati i monti E non godete piú dei suoi sudori sempre pronto mirare agli orizzonti. Vedovi i campi e mai piú sotto i ponti Passerà l’acqua pei vostri tesori Cosí domato fu il ladron terriero Dopo che cadde monarchia ed impero 5 Però giunti ancor non sono a zero Perché han messo le man nella finanza Governàno i tesori del mondo intero Pronti a negarti quel che a lor gli avanza Il trofeo d’avarizia han per cimiero Odiano il lavorante a tracotanza Se non gli frutta piú tanto i terreni Hanno messo le man sugli altri beni. 6 Vi turberanno i bei sogni sereni Quando il popolo poi sarà maturo Quando alle banche troverete i freni Di borsa il gioco non è piú sicuro Ah voi di vizi e di diletti pieni E guarderete con il ciglio impuro All’avvenire, ma sarete in fallo Sarete senza suon costretti al ballo
Informazioni

Canto alla poeta composto da Cesare Terzoni, minatore e poeta estemporaneo di San Felice di Sassoferrato (AN) sulle elezioni politiche del 1948, che videro scontrarsi Fronte Popolare e Democrazia Cristiana, insieme ai partiti nati dall'Antifascismo.
Il canto è un estratto da una Satria di 48 ottave di forte critica alla borghesia capitalista e numerose citazioni ai personaggi del tempo.
La registrazione è stata recuperata da un nastro (ora in formato digitale) registrato a San Felice di Sassoferrato e a Monte Cucco (ristorante “Cappelloni”) nei primi anni settanta del Novecento da Giuseppe Grassi di Piaggiasecca. 

https://lottavarima.wordpress.com/la-storia/i-poeti-del-doglio-e-dello-strega/andando-un-giorno-al-seggio-elettorale-lottava-rima/

Fonte

G. Ligi, Poeti Contadini in Ottava Rima dell'Appennino Umbro-Marchigiano p. 189 e seg

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tamburodilatta

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