Ballata autocritica

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Sono dieci anni suonati che suono questa chitarra e che canto di cuore canti di vario modello; già mille volte ho cambiato di tono dal do maggiore al do diesis minore dal valzer allo stornello; colla ciaccona colla marcia turca col madrigale la giga il flamenco la ciarda la controdanza col tango col samba e con la mazurka dei vari ritmi ho esaurito l'elenco ma ho mai cambiato sostanza. Ho cantato sempre in base ad una convinzione che la cosa più importante è battere il padrone; ogni canto l'ho composto perché ci aiutasse a portare fino in fondo la lotta di classe; ho sperato che ogni strofa quando l'ho cantata ci aiutasse a battere la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; e che queste dita per produrre qualche effetto anziché grattare arpeggi premano un grilletto; forse può servire solo più la passacaglia che con la sua voce sa intonare la mitraglia.
Dom Fa Sono dieci anni suonati che suono Dom Fa questa chitarra e che canto di cuore Re# Re canti di vario modello; Solm Do già mille volte ho cambiato di tono Solm Do dal do maggiore al do diesis minore Sib La7 dal valzer allo stornello; Rem Do7 colla ciaccona colla marcia turca Sib Lam col madrigale la giga il flamenco Sib La7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Re Sol La Ho cantato sempre in base Re Sol Mi La7 ad una convinzio - ne Re Sol La che la cosa più importante Re Sol La Sol è battere il padrone; Re Sol La ogni canto l'ho composto Re Sol Mi La7 perché ci aiuta - sse Re Sol La a portare fino in fondo Re Sol La Sib la lotta di classe; Re# La Sib ho sperato che ogni strofa Re# Sol# Fa Sib quando l'ho canta - ta Re# Sol# Sib ci aiutasse a battere Re# Sol# SibRe# la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Re# Sol# Sib e che queste dita per Re# Sib Fa Sib produrre qualche effetto Re# Sol# Sol anziché grattare arpeggi Dom Do7 Fa Sib premano un grilletto; Re# Sol# Sib forse può servire solo Re# Sol# Mi La7 più la passaca - glia Re# Sol# Sib che con la sua voce sa Re# Sol# Sib Re# intonare la mitraglia.
Do#m Fa# Sono dieci anni suonati che suono Do#m Fa# questa chitarra e che canto di cuore Mi Re# canti di vario modello; Sol#m Do# già mille volte ho cambiato di tono Sol#m Do# dal do maggiore al do diesis minore Si Sib7 dal valzer allo stornello; Re#m Do#7 colla ciaccona colla marcia turca Si Sibm col madrigale la giga il flamenco Si Sib7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Re# Sol# Sib Ho cantato sempre in base Re# Sol#Fa Sib7 ad una convinzio - ne Re# Sol# Sib che la cosa più importante Re# Sol# SibSol# è battere il padrone; Re# Sol# Sib ogni canto l'ho composto Re# Sol# Fa Sib7 perché ci aiuta - sse Re# Sol# Sib a portare fino in fondo Re# Sol# SibSi la lotta di classe; Mi Sib Si ho sperato che ogni strofa Mi La Fa# Si quando l'ho canta - ta Mi La Si ci aiutasse a battere Mi La Si Mi la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Mi La Si e che queste dita per Mi Si Fa# Si produrre qualche effetto Mi La Sol# anziché grattare arpeggi Do#m Do#7 Fa# Si premano un grilletto; Mi La Si forse può servire solo Mi La Fa Sib7 più la passaca - glia Mi La Si che con la sua voce sa Mi La Si Mi intonare la mitraglia.
Rem Sol Sono dieci anni suonati che suono Rem Sol questa chitarra e che canto di cuore Fa Mi canti di vario modello; Lam Re già mille volte ho cambiato di tono Lam Re dal do maggiore al do diesis minore Do Si7 dal valzer allo stornello; Mim Re7 colla ciaccona colla marcia turca Do Sim col madrigale la giga il flamenco Do Si7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Mi La Si Ho cantato sempre in base Mi La Fa# Si7 ad una convinzio - ne Mi La Si che la cosa più importante Mi La Si La è battere il padrone; Mi La Si ogni canto l'ho composto Mi La Fa# Si7 perché ci aiuta - sse Mi La Si a portare fino in fondo Mi La Si Do la lotta di classe; Fa Si Do ho sperato che ogni strofa Fa Sib Sol Do quando l'ho canta - ta Fa Sib Do ci aiutasse a battere Fa Sib Do Fa la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Fa Sib Do e che queste dita per Fa Do Sol Do produrre qualche effetto Fa Sib La anziché grattare arpeggi Rem Re7 Sol Do premano un grilletto; Fa Sib Do forse può servire solo Fa Sib Fa# Si7 più la passaca - glia Fa Sib Do che con la sua voce sa Fa Sib Do Fa intonare la mitraglia.
Re#m Sol# Sono dieci anni suonati che suono Re#m Sol# questa chitarra e che canto di cuore Fa# Fa canti di vario modello; Sibm Re# già mille volte ho cambiato di tono Sibm Re# dal do maggiore al do diesis minore Do# Do7 dal valzer allo stornello; Fam Re#7 colla ciaccona colla marcia turca Do# Dom col madrigale la giga il flamenco Do# Do7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Fa Sib Do Ho cantato sempre in base Fa Sib Sol Do7 ad una convinzio - ne Fa Sib Do che la cosa più importante Fa Sib Do Sib è battere il padrone; Fa Sib Do ogni canto l'ho composto Fa Sib Sol Do7 perché ci aiuta - sse Fa Sib Do a portare fino in fondo Fa Sib Do Do# la lotta di classe; Fa# Do Do# ho sperato che ogni strofa Fa# Si Sol# Do# quando l'ho canta - ta Fa# Si Do# ci aiutasse a battere Fa# Si Do#Fa# la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Fa# Si Do# e che queste dita per Fa# Do# Sol#Do# produrre qualche effetto Fa# Si Sib anziché grattare arpeggi Re#m Re#7 Sol# Do# premano un grilletto; Fa# Si Do# forse può servire solo Fa# Si Sol Do7 più la passaca - glia Fa# Si Do# che con la sua voce sa Fa# Si Do# Fa# intonare la mitraglia.
Mim La Sono dieci anni suonati che suono Mim La questa chitarra e che canto di cuore Sol Fa# canti di vario modello; Sim Mi già mille volte ho cambiato di tono Sim Mi dal do maggiore al do diesis minore Re Do#7 dal valzer allo stornello; Fa#m Mi7 colla ciaccona colla marcia turca Re Do#m col madrigale la giga il flamenco Re Do#7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Fa# Si Do# Ho cantato sempre in base Fa# Si Sol# Do#7 ad una convinzio - ne Fa# Si Do# che la cosa più importante Fa# Si Do#Si è battere il padrone; Fa# Si Do# ogni canto l'ho composto Fa# Si Sol# Do#7 perché ci aiuta - sse Fa# Si Do# a portare fino in fondo Fa# Si Do#Re la lotta di classe; Sol Do# Re ho sperato che ogni strofa Sol Do La Re quando l'ho canta - ta Sol Do Re ci aiutasse a battere Sol Do Re Sol la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Sol Do Re e che queste dita per Sol Re La Re produrre qualche effetto Sol Do Si anziché grattare arpeggi Mim Mi7 La Re premano un grilletto; Sol Do Re forse può servire solo Sol Do Sol# Do#7 più la passaca - glia Sol Do Re che con la sua voce sa Sol Do Re Sol intonare la mitraglia.
Fam Sib Sono dieci anni suonati che suono Fam Sib questa chitarra e che canto di cuore Lab Sol canti di vario modello; Dom Fa già mille volte ho cambiato di tono Dom Fa dal do maggiore al do diesis minore Mib Re7 dal valzer allo stornello; Solm Fa7 colla ciaccona colla marcia turca Mib Rem col madrigale la giga il flamenco Mib Re7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Sol Do Re Ho cantato sempre in base Sol Do La Re7 ad una convinzio - ne Sol Do Re che la cosa più importante Sol Do Re Do è battere il padrone; Sol Do Re ogni canto l'ho composto Sol Do La Re7 perché ci aiuta - sse Sol Do Re a portare fino in fondo Sol Do Re Mib la lotta di classe; Lab Re Mib ho sperato che ogni strofa Lab Reb Sib Mib quando l'ho canta - ta Lab Reb Mib ci aiutasse a battere Lab Reb MibLab la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Lab Reb Mib e che queste dita per Lab Mib Sib Mib produrre qualche effetto Lab Reb Do anziché grattare arpeggi Fam Fa7 Sib Mib premano un grilletto; Lab Reb Mib forse può servire solo Lab Reb La Re7 più la passaca - glia Lab Reb Mib che con la sua voce sa Lab Reb Mib Lab intonare la mitraglia.
Fa#m Si Sono dieci anni suonati che suono Fa#m Si questa chitarra e che canto di cuore La Sol# canti di vario modello; Do#m Fa# già mille volte ho cambiato di tono Do#m Fa# dal do maggiore al do diesis minore Mi Re#7 dal valzer allo stornello; Sol#m Fa#7 colla ciaccona colla marcia turca Mi Re#m col madrigale la giga il flamenco Mi Re#7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Sol# Do# Re# Ho cantato sempre in base Sol# Do# Sib Re#7 ad una convinzio - ne Sol# Do# Re# che la cosa più importante Sol# Do# Re#Do# è battere il padrone; Sol# Do# Re# ogni canto l'ho composto Sol# Do# Sib Re#7 perché ci aiuta - sse Sol# Do# Re# a portare fino in fondo Sol# Do# Re#Mi la lotta di classe; La Re# Mi ho sperato che ogni strofa La Re Si Mi quando l'ho canta - ta La Re Mi ci aiutasse a battere La Re Mi La la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; La Re Mi e che queste dita per La Mi Si Mi produrre qualche effetto La Re Do# anziché grattare arpeggi Fa#m Fa#7 Si Mi premano un grilletto; La Re Mi forse può servire solo La Re Sib Re#7 più la passaca - glia La Re Mi che con la sua voce sa La Re Mi La intonare la mitraglia.
Solm Do Sono dieci anni suonati che suono Solm Do questa chitarra e che canto di cuore Sib La canti di vario modello; Rem Sol già mille volte ho cambiato di tono Rem Sol dal do maggiore al do diesis minore Fa Mi7 dal valzer allo stornello; Lam Sol7 colla ciaccona colla marcia turca Fa Mim col madrigale la giga il flamenco Fa Mi7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. La Re Mi Ho cantato sempre in base La Re Si Mi7 ad una convinzio - ne La Re Mi che la cosa più importante La Re Mi Re è battere il padrone; La Re Mi ogni canto l'ho composto La Re Si Mi7 perché ci aiuta - sse La Re Mi a portare fino in fondo La Re Mi Fa la lotta di classe; Sib Mi Fa ho sperato che ogni strofa Sib Re# Do Fa quando l'ho canta - ta Sib Re# Fa ci aiutasse a battere Sib Re# Fa Sib la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Sib Re# Fa e che queste dita per Sib Fa Do Fa produrre qualche effetto Sib Re# Re anziché grattare arpeggi Solm Sol7 Do Fa premano un grilletto; Sib Re# Fa forse può servire solo Sib Re# Si Mi7 più la passaca - glia Sib Re# Fa che con la sua voce sa Sib Re# Fa Sib intonare la mitraglia.
Sol#m Do# Sono dieci anni suonati che suono Sol#m Do# questa chitarra e che canto di cuore Si Sib canti di vario modello; Re#m Sol# già mille volte ho cambiato di tono Re#m Sol# dal do maggiore al do diesis minore Fa# Fa7 dal valzer allo stornello; Sibm Sol#7 colla ciaccona colla marcia turca Fa# Fam col madrigale la giga il flamenco Fa# Fa7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Sib Re# Fa Ho cantato sempre in base Sib Re# Do Fa7 ad una convinzio - ne Sib Re# Fa che la cosa più importante Sib Re# Fa Re# è battere il padrone; Sib Re# Fa ogni canto l'ho composto Sib Re# Do Fa7 perché ci aiuta - sse Sib Re# Fa a portare fino in fondo Sib Re# Fa Fa# la lotta di classe; Si Fa Fa# ho sperato che ogni strofa Si Mi Do# Fa# quando l'ho canta - ta Si Mi Fa# ci aiutasse a battere Si Mi Fa#Si la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Si Mi Fa# e che queste dita per Si Fa# Do# Fa# produrre qualche effetto Si Mi Re# anziché grattare arpeggi Sol#m Sol#7 Do# Fa# premano un grilletto; Si Mi Fa# forse può servire solo Si Mi Do Fa7 più la passaca - glia Si Mi Fa# che con la sua voce sa Si Mi Fa# Si intonare la mitraglia.
Lam Re Sono dieci anni suonati che suono Lam Re questa chitarra e che canto di cuore Do Si canti di vario modello; Mim La già mille volte ho cambiato di tono Mim La dal do maggiore al do diesis minore Sol Fa#7 dal valzer allo stornello; Sim La7 colla ciaccona colla marcia turca Sol Fa#m col madrigale la giga il flamenco Sol Fa#7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Si Mi Fa# Ho cantato sempre in base Si Mi Do# Fa#7 ad una convinzio - ne Si Mi Fa# che la cosa più importante Si Mi Fa#Mi è battere il padrone; Si Mi Fa# ogni canto l'ho composto Si Mi Do# Fa#7 perché ci aiuta - sse Si Mi Fa# a portare fino in fondo Si Mi Fa#Sol la lotta di classe; Do Fa# Sol ho sperato che ogni strofa Do Fa Re Sol quando l'ho canta - ta Do Fa Sol ci aiutasse a battere Do Fa SolDo la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Do Fa Sol e che queste dita per Do Sol Re Sol produrre qualche effetto Do Fa Mi anziché grattare arpeggi Lam La7 Re Sol premano un grilletto; Do Fa Sol forse può servire solo Do Fa Do# Fa#7 più la passaca - glia Do Fa Sol che con la sua voce sa Do Fa Sol Do intonare la mitraglia.
Sibm Mib Sono dieci anni suonati che suono Sibm Mib questa chitarra e che canto di cuore Reb Do canti di vario modello; Fam Sib già mille volte ho cambiato di tono Fam Sib dal do maggiore al do diesis minore Lab Sol7 dal valzer allo stornello; Dom Sib7 colla ciaccona colla marcia turca Lab Solm col madrigale la giga il flamenco Lab Sol7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Do Fa Sol Ho cantato sempre in base Do Fa Re Sol7 ad una convinzio - ne Do Fa Sol che la cosa più importante Do Fa SolFa è battere il padrone; Do Fa Sol ogni canto l'ho composto Do Fa Re Sol7 perché ci aiuta - sse Do Fa Sol a portare fino in fondo Do Fa SolLab la lotta di classe; Reb Sol Lab ho sperato che ogni strofa Reb Solb Mib Lab quando l'ho canta - ta Reb Solb Lab ci aiutasse a battere Reb Solb LabReb la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Reb Solb Lab e che queste dita per Reb Lab Mib Lab produrre qualche effetto Reb Solb Fa anziché grattare arpeggi Sibm Sib7 Mib Lab premano un grilletto; Reb Solb Lab forse può servire solo Reb Solb Re Sol7 più la passaca - glia Reb Solb Lab che con la sua voce sa Reb Solb Lab Reb intonare la mitraglia.
Sim Mi Sono dieci anni suonati che suono Sim Mi questa chitarra e che canto di cuore Re Do# canti di vario modello; Fa#m Si già mille volte ho cambiato di tono Fa#m Si dal do maggiore al do diesis minore La Sol#7 dal valzer allo stornello; Do#m Si7 colla ciaccona colla marcia turca La Sol#m col madrigale la giga il flamenco La Sol#7 la ciarda la controdanza Mi, Re col tango col samba e con la mazurka Do Si, dei vari ritmi ho esaurito l'elenco La, Fa# Si7 ma ho mai cambiato sostanza. Do# Fa# Sol# Ho cantato sempre in base Do# Fa# Re# Sol#7 ad una convinzio - ne Do# Fa# Sol# che la cosa più importante Do# Fa# Sol#Fa# è battere il padrone; Do# Fa# Sol# ogni canto l'ho composto Do# Fa# Re# Sol#7 perché ci aiuta - sse Do# Fa# Sol# a portare fino in fondo Do# Fa# Sol#La la lotta di classe; Re Sol# La ho sperato che ogni strofa Re Sol Mi La quando l'ho canta - ta Re Sol La ci aiutasse a battere Re Sol La Re la proprietà privata. Sono dieci anni che canto le lotte e i mille scioperi e la strategia per far la rivoluzione; ma son dieci anni che canto le botte e i caroselli della polizia e le condanne in prigione; c'è il canto triste se siamo battuti c'è il canto allegro se mille operai scendono in piazza a lottare; ma dopo tanti gorgheggi ed acuti mi sono accorto che forse oramai non c'è più gusto a cantare. Il padrone ci ha uno stomaco da mille lire e per quanta merda mangi la sa digerire; lui aumenta i prezzi segli strappi più salari poi ti taglia i tempi e ti fa far più straordinari ; figurarsi se i miei canti, lui che ingoia tutto, non ci riesce a digerirli e a farci sopra un rutto. Per quanti acuti abbia emesso di testa nessun padrone ha perduto un quattrino di rendita o di profitto; non basta un canto sia pur di protesta perché succeda che qualche inquilino abbia ridotto l'affitto; un ritornello non serve per niente non c'è ballata che serva a qualcosa né un ritmo di monferrina per render soffice uno sfollagente per affrettare la morte gloriosa di un yankee nell'Indocina. Forse occorre che questa chitarra a ciondoloni si trasformi in mitra e possa emettere altri suoni; e che le sei corde per produrre altri rumori si trasformino di colpo in sei caricatori; Re Sol La e che queste dita per Re La Mi La produrre qualche effetto Re Sol Fa# anziché grattare arpeggi Sim Si7 Mi La premano un grilletto; Re Sol La forse può servire solo Re Sol Re# Sol#7 più la passaca - glia Re Sol La che con la sua voce sa Re Sol La Re intonare la mitraglia.
Fonte

Amodei Fausto, Se non li conoscete, Ala Bianca, 1996

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