I treni per Giovanna Marini

I treni per Giovanna Marini

Anno
alessiolega.jpg
Autori testo

Ti possono interessare anche..

E andavo con il treno nella Capitale per una strana sorta di funerale E per dire che la morte non è mai un finale E per sottolineare che nel collettivo perdi il tuo ego soggettivo Seminando nel vento ciò che è ancora vivo Il treno non parte dalla stazione, tutti guardano il cellulare Atterriti si volgono al tabellone, non si stanno neanche a lamentare Si annunciano ritardi indefiniti forse è vano stare ad aspettare… Si parla di una linea che è saltata, di uno scambio tutto da rifare Il treno che veniva è ora fermo a Salerno, c’è chi dice l’ha inghiottito l’inferno E lo sguardo dei turisti giapponesi disperato vaga tutt’attorno Bigliettai, responsabili e macchinisti non si fanno neanche più vedere La gente s’è sdraiata sui bagagli, le valige sotto il sedere Dormono dormono senza reazioni, e si affidano soltanto al destino Non si parla di rivolte di rivoluzioni, e neppure di riprendere il cammino Afferrare il tempo perduto con la fronte appoggiata al finestrino Per cercare una stella nella notte che ci guidi fino al mattino Famiglie disperate senza soldi, seppellite in una gabbia di rancore Odiano i più poveri di loro, ma rimangono ad aspettare Per un certificato mesi interi, anni e anni per un posto all’ospedale Per la visita ambulatoriale si aspetta fino all’anno bisestile Con il ticket te la puoi scordare, col privato fai in un paio d’ore Ma restano ottusi, illusi e scontenti ad odiare tutti i migranti… I fascisti arrivano al potere assieme ai razzisti della lega Ma i treni non partono in orario: sono proprio una mezza sega! Ma individuata una stazione dallo squarcio restato sopra il muro Da un orologio sempre fermo e dall’ombra proiettata sul futuro Il treno se Dio vuole è partito, Milano, Bologna poi Roma La stagione col clima impazzito ha ridotto la campagna in coma Dal tetto di una casa una signora bassa fa le corna e alza una mano Tanto non è più reato fare il saluto romano Ma i braccianti senegalesi dal fango con i magrebini Li ho sentiti cantare un canto di lavoro come Giovanna Daffini La morte sotto al camion dei crumiri al picchetto del supermercato Che diceva di svegliare tutti i figli: cara moglie mica t’ho scordato Sapesse contessa della prima classe che il treno alla fine è arrivato Con la faccia da funerale sono sceso e mi sono avviato E nel cortile c’era un po’ paura, la canzone non riusciva a partire Ma quelli di Testaccio hanno fatto il coro e la banda si è mossa impalpabilmente Ha preso coscienza è spessore Si è levato come un canto di lotta, s’è levato come un canto d’amore Volavano musica e parole diventavano una sola voce C’è sempre qualcuno che resiste anche nel tempo più atroce Gli operai alla GKN che si prendono la fabbrica per loro Gli studenti negli atenei che chiedono la pace in coro Nel silenzio dei disillusi, nel sonno degli indifferenti I canti volavano ancora come pugni contro i potenti Alla sera il cielo era rischiarato non sembrava manco un funerale I compagni cantavano assieme, sembrava arrivato Natale Alla sera il cielo era rischiarato come il sogno di una cosa Non sembrava morto nessuno, sembrava nata qualcosa…
Informazioni

"Il 26 maggio c’era a Roma - nella Scuola Popolare di Musica di Testaccio - una sorta di cerimonia di laico saluto per Giovanna Marini. Mi chiamano, vado. Alla Stazione Centrale di Milano il treno preannuncia dai 50 ai 100 minuti di ritardo. Nello sconforto generale mi viene da pensare ad altri treni, ad altri passeggeri, ad una canzone ed a Giovanna. E così un gioco di ri-scrittura della sua canzone più celebre “I treni per Reggio Calabria” si è trasformato nel mio saluto a Giovanna, eseguito quella sera stessa.
Quello che segue è il mio testo. Quei matti che numerosissimi erano lì, mi hanno tributato une serie di ovazioni che mi ha reso più difficile concludere, più facile la commozione, più vera la speranza" (Alessio Lega)

Scheda del canto
Autori testo
Autori musica
Anno
Lingua
Inserito da
ilDeposito

Disclaimer

I diritti del contenuto sono dei rispettivi autori.
Lo staff de ilDeposito.org non condivide necessariamente il contenuto, che viene inserito nell'archivio unicamente per il suo valore storico, artistico o culturale (maggiori informazioni).
Commenti
Per inserire un commento è necessario registrarsi!