La manifestazione in cui morì Zibecchi

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La storia cantata: L'assassinio di Giannino Zibecchi (17 Aprile 1975)

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Nella piazza un gran groviglio, tutti corrono gridono piangono per la gente dentro casa non è successo niente ma le sirene le grida, la puzza il fumo si sente “assassini, assassini!”, continuano a gridare. Arrivano due uomini con le magliette chiare, piangono, tossiscono, non sanno più parlare, Zibecchi è per terra, la testa sullo scalino, le braccia un po’ in avanti, ma come per chiamare., la testa resta indietro, punta lontana, le gambe stanno lì, ma come di nessuno, una donna anziana grida uscendo da un portone, “assassini, assassini!”, e ferma due celerini. “Assassini, assassini!”, e avanza le mani, ne vengono giù dieci, scendono da un gippone, e trascinano la donna sopra un’auto militare, di lei da quel giorno non s’è più sentito parlare. “E’ un corteo, è un corteo!”, incominciano a gridare, ma le jeep impazzite non fanno più passare, vengono degli uomini le mani piene di sassi, “guardate, guardate, ci sparano addosso!”. “Sparano, sparano!”, corre la voce, aumentano le grida, la gente si butta per terra, chi raccoglie i bossoli e li guarda senza fiato, chi cerca di scappare, i ferri pedonali, “sparano, sparano!”, continuano a gridare, e si aggrappano uno all’altro, fermano chi vuole [scappare, finalmente un uomo autorevole compare, è un compagno deputato, si guarda in giro, chiama, ha addosso ancora la giacca del pigiama, abita là sopra, cercava di dormire, “Che c’è, che succede?”, si mette a gridare, “Corri, corri, corri! Chiama qualcuno!”. Ma la gente è impazzita, non la ferma più nessuno, “guarda la polizia, ne ha già ammazzato uno”, ora sparano, sparano e continuano a sparare, “Chiama il servizio d’ordine, presto datti da fare!”. Il deputato entra nel bar, lo guardan nel silenzio, con le dita che tremano fa il numero del telefono, in mano ha il libretto notes tutto spiegazzato, “Non c’è tempo, muovetevi, presto, su, venite, bisogna fare i cordoni, c’è la gente impazzita, andate, sono qui, qui in mezzo alla gente, può accadere di tutto se non siamo presenti, può accadere di tutto se non siamo presenti!” L’uomo ha attraversato la città, era notte quand’era partito, alle sue spalle la città era affamata, sulla persiana la signora popolana. Lui andava, guardava, guardava, lui a andare si toglieva la camicia, e si vedeva la gente morire, gente correre, gente star male. “Ah che succede, che cosa devo fare? Io a casa mia non ci voglio tornare, devo restare, devo raccontare”, tutta la notte come un testimone, tutta la notte come un testimone, guardava, pensava, guardava, pensava, tutta la notte come un testimone, guardava, pensava, guardava, pensava.
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Canzone dedicata a Giovannino Zibecchi, ucciso dalla polizia duranta una manifestazione, il 17 aprile 1975.

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Marini Giovanna, Correvano coi carri, Ala Bianca, 1996

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