La scoperta di Milano

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(Per l’Architetto Orsi il mio primo milanese) E giunsi al gran deserto di Milano che io non ero mica ancora un uomo lontano, fondo azzurro di bottiglia coperto Duomo di sale e conchiglia. Sorgeva come Ulisse dal suo male nessuno mi correva incontro e niente e vento che pioveva in faccia e sole illumina Milano alla sua gente. La gente al capezzale del moderno lo popola di tanta indifferenza che non fa differenza qui d'inverno il vano passeggiare dell'assenza. Milano sembra proprio respingente però serba un segreto, un'illusione l’ho vista giù dal tram che rotolava di nuvole, di case, di persone e come in giostra vedo via volare di un mondo cosiddetto “di colore” di nuvole di case e di persone di tante luci spente di passione. E stetti alla scoperta di Milano che cominciavo ad essere un po’ io ca cinca bene quai nun ‘mbe nisciunu “rumiti senza cerca e senza diu”. Mi piacque stà città o, forse peggio, mi sono abituato alla sua faccia a me concede il triste privilegio di riconoscerla in qualsiasi traccia. Di navigare in questa grigia essenza all'improvviso in Vico Lavandare che lavano la grigia quintessenza di stanze che mi danno da cantare. È fatta questa mia città di pietra ed io non so che amarla e non so cosa vengo da Lecce a stringer piazza Vetra le sbarre della mia prigione e sposa e come in giostra vedo via volare di un mondo cosidetto "di colore" di nuvole di case di persone di tante luci accese di passione. La nuvola che chiamano Milano ormai mi tiene stretta a questo mondo e mentre insieme stiamo andando a fondo «Ué - le grido – diamoci la mano». E getto il mio sorriso poveraccio ed agito le mani da uno scoglio cerco il futuro uscendo dal Libraccio e guardo l'altra sponda del naviglio guardo il futuro uscendo dal Libraccio e cerco un'altra sponda del naviglio…
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Pezzo piuttosto intricato, come intricato è il rapporto con questa impossibile città, che incongruamente amo proprio per i suoi difetti.(Alessio Lega)

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Alessio Lega, CD, Mala Testa, 2013
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