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Padrone:
Contadino birbaccione
come è ver che son padrone
tu di certo voterai
pei partiti del governo
altrimenti avrai l'inferno
e con me avrai dei guai.
Contadino:
Lei mi vuole spaventare
so ben io per chi votare;
se io voto pel governo
starò male estate e inverno.
Per aver giorni men tristi
voterò pei comunisti.
Padrone:
Oh cattivo! Non lo fare
io t' ho dato da mangiare.
Contadino:
Ma son io che ho sudato
e se Lei ha ben mangiato
è perchè io ho lavorato.
Padrone:
Tu non sai la verità
il padron c'è sempre stato
e per sempre ci sarà.
Contadino:
Anche questo non è vero
guardi, guardi il mondo intero
dalla Russia fin Ia Cina
i padroni c'eran prima
ma da quando è andato su
il Partito Comunista
il padrone non c'è più.
Padrone:
Oh birbante! Questo vuoi?
Ma ti insegneremo noi
la ragione ed il dovere,
se avremo più potere.
Contadino:
Più potere voi bramate
e la legge truffa fate
per poterci comandare,
per non farci più parlare
per poterci derubare
per poterci ricattare
con lo sfratto e la disdetta.
Ma non abbia tanta fretta,
sor padrone, lei vedrà
che la truffa fallirà
e il governo non avrà
il percento di cinquanta
quindi è inutile che canta.
Voterem tutti compatti
pel Partito di Togliatti
e così non sarà guerra
nostra alfin sarà la terra
e se a lei anche dispiace
un governo avrem di Pace.
Informazioni
Di autore anonimo, tratto da un volantino (stampato a Pesaro presso la Soc. Tip. Nobili) diffuso dal PCI durante una campagna elettorale. Questo testo, grazie all'allusione alla "legge truffa" è databile senza dubbio alla campagna elettorale del 1953. (Corrado Lampe)
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