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In quella notte di luna piena
dentro quel pozzo che sprofondava
vide la luna che nell’acqua si specchiava
sentì la luna che la chiamava
sentì la luna che sussurrava
sentì la luna che sorridendo le parlava.
Lei le rispose con un sospiro
lei le rispose con un sorriso
e aveva gli occhi di mille colori
come l’uccello del paradiso.
Quando la luna parlò
le disse: “Canta ch’io canterò”
le disse: “Canta forte forte
per tutte le volte
che volevi cantare”.
Quando la luna parlò
le disse: “Canta ch’io canterò”
le disse: “Canta a piena voce
per tutte le cose che vorresti cambiare”.
In quella notte di luna piena
lei pensò al mondo che sprofondava
pensò alla gente che non rideva e non sognava
pensò alla gente che non guardava
pensò alla gente che non vedeva
pensò alla gente che non parlava e non ascoltava
e vide mille stelle cadenti
e vide mille giovani delusi
e vide mille giovani scontenti
e vide mille giovani esclusi.
Informazioni
Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla Festa Nazionale dell’Unità.
Fonte
Alfredo Bandelli, Musica e utopia, Il Grandevetro,Santa Croce sull'Arno, 2006
Scheda del canto
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