Storia di Capodanno

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Schioccano i tappi dello spumante per festeggiare il Capodanno; fratello e suocero, sposo ed amante con i regali solleciti vanno. Quelli che ballano su nei saloni, quelli che flirtano sotto i portoni, o che per essere originali i fuochi sparano artificiali. (cronista, parlato) “Tale Favrello Francesco, ventiduenne, disoccupato, residente a Torino, dopo aver girato tuttto il giorno in cerca di lavoro, s’avviò verso casa dove ad attenderlo era la moglie Carla con tre bambini…” Il signor Sindaco acchiappamosche abbandonate le tinte fosche fa le statistiche dei panettoni, delle automobili, polli e capponi. Sereni cantano i consiglieri, cavaturaccioli vuotabicchieri; mottetti cantano i preti in coro, sputasermoni vendidecoro. (strillone, parlato) “Morto un bambino di quattro mesi! Figlio di un disoccupato morto alle casermette*! Il freddo e la fame… Morto un bambino! Morto un bambino!...” Di quel che capita, che ce ne importa? Cambiali, lacrime, tratte, bambini, pensieri, debiti, tasse, strozzini, lieti sbattiamoli fuor della porta! Oggi festevoli tutti beviamo, nella baldoria dimentichiamo: e con un impeto di carità bene auguriamo per la città! (cronista, parlato) “La polizia indaga. La salma è stata trasportata all’Istituto medico legale per i consueti esami necroscopici…” Con tanti auguri di felicità Per questa nobile grande città!
Informazioni

"Fine 1957, la notte di Capodannodel 1958, la cronaca cittadina di Torinoregistrò la morte per fame di un bambino delle "Casermette", subito commentata da questa canzone, che destò grande fastidio nell'allora sindaco democristiano Amedeo Pejron"  (da Jona E. e Straniero L.M. Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta, CREL-Scriptorium 1995).

Questa canzone è presente con il titolo Canzone di Capodanno nel disco del 1979 La madonna della FIAT dell'etichetta Divergo, che contiene 14 canzoni di Michele Luciano Straniero e di musicisti vari, curato da Virgilio Savona

*Le "casermette" erano agglomerati di edifici di fortuna, prefabbricati o riadattati,  che nel dopoguerra accolsero gli sfollati le cui case erano state bombardate, e in seguito le varie ondate di immigrazione verso Torino e il suo hinterland).

Fonte

Jona E. e Straniero L.M. Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta, CREL-Scriptorium 1995

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