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Sui miei passi son tornato
per cercare il mio passato
quante strade ho calpestato
quanti luoghi ho ritrovato
della mia vecchia città dove ho vissuto l’età
della speranza e dell’amore
e dell’immaginazione.
Dove saranno i compagni che amai
le situazioni e gli entusiasmi di allora?
Ora sono programmate le solitudini affollate.
Quanta gente ho incontrato
quanti sguardi ho incrociato
occhi liquidi e spenti
volti anonimi e impotenti.
Povera vecchia città!
Vedi la gente che va
ad affollare le periferie
lasciando il cuore tra le vecchie vie.
Quanti sorrisi fluorescenti ed assenti
quante occasioni sociali in frammenti.
Solo vetrine illuminate e tante luci colorate.
Quanti locali promettenti
quante illusioni trasparenti
quante belle confezioni
quante vuote sensazioni.
Povera bella città!
Senza più sensualità
senza il ritmo dell’azione senza comunicazione.
Sono finiti i vecchi miti mortali
lasciando il posto a nuove mode culturali
alle ambigue suggestioni, a oblique farneticazioni.
Informazioni
Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla Festa Nazionale dell’Unità.
Fonte
Alfredo Bandelli, CD La poesia operaia, Bond Records 1995
Alfredo Bandelli, Musica e utopia, Il Grandevetro,Santa Croce sull'Arno, 2006
Scheda del canto
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