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La mattina del 30 settembre,
si muovevano le truppe italiane,
Ventimiglia le terre lontane
e dolente ognun si partì.
Sotto il sole che batteva rovente,
si bloccavano i confini vicini,
e dai monti, colline e gran valli
si partiva dicendo così:
Ventimiglia tu sei maledetta
per ognicuore che sente coscienza,
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno una scelta non fu.
O vigliacchi voi ve ne restate
con le mogli sui letti di lana
schernitori di noi carne umana,
questa guerra ci insegna a partir.
Voi chiamate democrezia
questa terra di là dei confini,
qui si muore gridando assasini
maledetti sarete un dì.
Cara terra, che tu non mi senti,
raccomando ai compagni vicini,
di resistere in mari ostili
che io parto col ricordo nel cuor.
Traditori voi parlamentari,
la frontiera l'avete voluta,
schernitori di carne venduta
questa lotta ci insegna così.
Ventimiglia tu sei maledetta
per ognicuore che sente coscienza,
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno una scelta non fu.
Informazioni
Parodia del canto della prima guerra mondiale O Gorizia,
Composta in occasione dello sgombero del presidio “No Border” di circa 150 persone tra migranti e attivisti solidali da parte dalle forze dell’ordine, ai Balzi Rossi presso Ventimiglia, scogliera che dal giugno 2015 è simbolo della protesta di chi chiede di poter attraversare la Francia per raggiungere il nord Europa.
Il testo è stato pubblicato sul numero 6 (autunno 2015) della fanzine Carta Forbice Sasso, del Collettivo Anarchico Studentesco Torinese.
Scheda del canto
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