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Due guardie mi vennero a prendere a casa
c'era mia madre vestita di nero.
Di corsa le scale coi polsi legati
su un cellulare: una gabbia di ferro.
Gli occhi fissavano nella mia mente
quel pezzo di strada della mia borgata.
Ti senti un oggetto, ti danno del tu
tu non puoi parlare, non puoi pensare.
un numero al posto del nome di sempre,
le impronte invece di firmare.
Non puoi far niente
ascolti e taci
fino a negare te stesso.
Spiare la luce del sole da terra
con gli occhi fissi senza speranza.
nella cella gelata non puoi fare un passo,
ti guardi intorno: niente e nessuno.
E non hai più sole non hai più luna,
solo un pezzo di cielo, solo dei sogni.
Percosse e grida rimbombano sui muri
in un silenzio più vuoto del buio.
Nell'arsa mia gola un grido si ferma,
coscienza che sale di cose mai pensate:
un'ingiustizia,
non puoi accettarla;
voglio la mia libertà.
Fonte
Marini Giovanna, Libertà per Marini, 45 giri, Dischi del Sole LR 45/20
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