Vienna, incendio del palazzo di giustizia

Vienna, incendio del palazzo di giustizia

La Rivolta di Luglio del 1927 (nota anche come “Incendio del Palazzo di Giustizia di Vienna”, tedesco Wiener Justizpalastbrand) fu una rivolta popolare di grossa entità scoppiata a Vienna il 15 luglio 1927 nella capitale austriaca. La rivolta culminò con le forze di polizia che spararono sulla folla: 84 dimostranti e 5 poliziotti rimasero uccisi. Tra i dimostranti vi furono circa seicento feriti.
La rivolta scoppiò in seguito al conflitto tra il Partito Socialdemocratico Austriaco e un'alleanza di destra, formata anche dai ricchi industriali e dalla Chiesa Cattolica nella tragica situazione austriaca successiva al crollo dell'Impero Asburgico. Un primo scontro tra le due formazioni si ebbe il 30 gennaio 1927 durante una manifestazione a Schattendorf, nel Burgenland; nello scontro armato morirono un veterano della Grande Guerra e un bambino di 8 anni. Tre membri della formazione nazionalista vennero arrestati e rinviati a giudizio per il mese di luglio a Vienna, imputati di strage e agguato armato. Difesi dall'avvocato Walter Riehl, optarono comunque per l'autodifesa e furono assolti tra l'indignazione generale.
Il “Verdetto di Schattendorf” portò ad uno sciopero generale indetto allo scopo di far dimettere il governo guidato dal cancelliere cristiano-sociale Ignaz Seipel. Le proteste massicce iniziarono la mattina del 15 luglio 1927, quando una folla infuriata tentò di assaltare il rettorato dell'Università di Vienna sulla Ringstrasse. I rivoltosi attaccarono quindi e distrussero un vicino commissariato di polizia e la sede di un giornale, prima di dirigersi verso il Parlamento austriaco. Respinti dalla polizia, si diressero quindi verso il Palazzo di Giustizia. Circa a mezzogiorno, i rivoltosi entrarono nel palazzo fracassando porte e finestre; dopo aver distrutto gli uffici, diedero fuoco agli archivi e al casellario giudiziario. In breve tempo l'intero palazzo di giustizia fu in preda alle fiamme; il fuoco si propagò rapidamente, mentre contemporaneamente i rivoltosi assaltarono i vigili del fuoco tagliando le bocchette e distruggendo gli idranti. Il fuoco non poté essere domato fino al mattino successivo.