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di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
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venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
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Do Rem
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Le teste coronate cadevano
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Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
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Poi marciar lungo i crinali m’immagino
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non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
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E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
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e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
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Cediamo all'odio verso i più poveri
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Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
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non esce e non sa spingere,
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Do# Re#m
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Re#m
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Re Mim
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Mim
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bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
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non ci sarebbe stato più un suddito
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E ora siam senza voce e ci tacciano
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finché un canto s'alzerà
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Re# Fam
Celebravamo cantori anonimi
Sib7 Re#
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Fam
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Sib7 Re#
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potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
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e che non ci premierà
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Ma anche se la speranza di vincere
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Mi Fa#m
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Fa#m
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bruciavano negli animi
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lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
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di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà.
Fa Solm
Celebravamo cantori anonimi
Do7 Fa
cantandone le musiche
Solm
secondo l’uso antico dei poveri
Do7 Fa
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
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cantandone il dolor
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non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
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Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
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Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
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Fa# Sol#m
Celebravamo cantori anonimi
Do#7 Fa#
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Sol#m
secondo l’uso antico dei poveri
Do#7 Fa#
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
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Poi marciar lungo i crinali m’immagino
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cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
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Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
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Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
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Sol Lam
Celebravamo cantori anonimi
Re7 Sol
cantandone le musiche
Lam
secondo l’uso antico dei poveri
Re7 Sol
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà.
Sol# Sibm
Celebravamo cantori anonimi
Re#7 Sol#
cantandone le musiche
Sibm
secondo l’uso antico dei poveri
Re#7 Sol#
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
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quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
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che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà.
La Sim
Celebravamo cantori anonimi
Mi7 La
cantandone le musiche
Sim
secondo l’uso antico dei poveri
Mi7 La
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
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Sib Dom
Celebravamo cantori anonimi
Fa7 Sib
cantandone le musiche
Dom
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Fa7 Sib
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
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Eppure senza memoria cantavano
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per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
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Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
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Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
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E ora siam senza voce e ci tacciano
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e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà.
Si Do#m
Celebravamo cantori anonimi
Fa#7 Si
cantandone le musiche
Do#m
secondo l’uso antico dei poveri
Fa#7 Si
di non arrendersi
Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci
Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà
Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà
Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.
Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò
Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor
Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator
E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà
E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà
Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.
Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.
Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà.
Informazioni
Dal disco "Tutto si dimentica", album del 2019 (Sophionki Records). Questo canto vede come interpreti, oltre lo stesso autore, Francesco Pelosi, Alessio Lega, Max Manfredi, Rebi Rivale, Davide Giromini.
Scheda del canto
Autori testo
Autori musica
Anno
Lingua
Inserito da
roberto_deiana
Disclaimer
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