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Canto cantare canto
ma non sarà un lamento
ormai non c'è più tempo
più tempo per il pianto
Canto la pioggia e il vento, la sete e il freddo
le frasi antiche, le stelle antiche
l'odio, l'amore, canto il pastore
canto l'azzurro e il bianco, il mare e il cielo
le reti morte, le notti corte
sugli occhi e il cuore del pescatore.
Canto cantare canto
ma non sarà un lamento
non mi farà tacere
la mano del potere
per uno che oggi tace
già nasce un altro canto
già nasce un'altra voce
e la trasporta il vento
Canto la pietra dura la terra avara, la rabbia e il riso
le mani e il viso, il pane e il vino del contadino
Canto il piombo e il ferro, la luce e il buio dell'esplosione,
la morte nera, canto il lavoro della miniera
Canto la ribellione e la speranza della mia gente
canto il futuro, canto il presente e le memorie di un cantastorie
Canto cantare canto
ma non sarà un lamento
ormai non c'è più tempo
più tempo per il pianto
Canto cantare canto...
Informazioni
Decimo brano del disco "Due stagioni" - 1977. Brano composto nel 1976 per lo spettacolo teatrale, in preparazione per quell'anno, in cui si intendeva indicare le strategie del Potere.
Questo disco si apre e si chiude con un richiamo alla musicalità sarda e come in ogni favola, spetta sempre al narratore concludere la storia ed in questo caso, al cantastorie. Canto cantare canto ma non sarà un lamento, ormai non c'è più tempo, più tempo per il pianto. Il cantastorie è un protagonista di questa storia e si presenta raccontando la sua storia ed il suo ruolo, il ruolo e la presenza de I Compagni di Scena. (dalle note del disco)
Testi e musica: Antonello Manzo - Gino Melchiorre
Scheda del canto
Autori testo
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Lingua
Youtube
https://youtu.be/X08NcYhP-FsInserito da
roberto_deiana
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