Il progetto de ilDeposito

Il progetto de ilDeposito

Il nostro "manifesto", culturale e musicale

ilDeposito.org è un sito internet che si pone l'obiettivo di essere un archivio di testi e musica di canti di protesta politica e sociale, canti che hanno sempre accompagnato la lotta delle classi oppresse e del movimento operaio, che rappresentano un patrimonio politico e culturale di valore fondamentale, da preservare e fare rivivere.

In questi canti è racchiusa e raccolta la tradizione, la memoria delle lotte politiche e sociali che hanno caratterizzato la storia, in Italia ma non solo, con tutte le contraddizioni tipiche dello sviluppo storico, politico e culturale di un società.

Dalla rivoluzione francese al risorgimento, passando per i canti antipiemontesi. Dagli inni anarchici e socialisti dei primi anni del '900 ai canti della Grande Guerra. Dal primo dopoguerra, ai canti della Resistenza, passando per i canti antifascisti. E poi il secondo dopoguerra, la ricostruzione, il 'boom economico', le lotte studentesche e operaie di fine anni '60 e degli anni '70. Il periodo del reflusso e infine il mondo attuale e la "globalizzazione". Ogni periodo ha avuto i suoi canti, che sono più di semplici colonne sonore: sono veri e propri documenti storici che ci permettono di entrare nel cuore degli avvenimenti, passando per canali non tradizionali.

Il nostro approccio teorica riprende quindi la definizione di De Martino e di Gianni Bosio della cultura popolare come cultura autonoma dalla cultura dominante, tendenzialmente portatrice dei valori e dei modi di concepire il mondo delle classi al potere. I contenuti de ilDeposito, per nostra scelta, hanno sempre un contenuto politico o comunque di "denuncia sociale". Insomma, canti della tradizione orale e popolare con contenuti non come quelli definiti tendenzialmente non ci sono.

Sappiamo bene che queste categorie non possono essere mai definite in modo assoluto e perenne, ma sono categorie dialettiche, che cambiano nel tempo e nello spazio. Ma, ai fini di un lavoro di raccolta e di riproposizione come quello che portiamo avanti, queste categorie hanno sicuramente una loro funzionalità, ed è con questo spirito le stiamo utilizzando. Per quanto riguarda il rapporto con la musica popolare, sono sicuramente presenti canti popolari, ma, come recita il titolo del sito, canti di protesta politica e sociale. Per cui sono presenti i canti marcatamente politici della grande 'famiglia' della musica popolare, nell'accezione cui si è già fatto riferimento.

Il repertorio e la tradizione cui si fa riferimento, per i canti del secondo dopoguerra, sono quelli legati da una parte alle ricerche effettuate dal gruppo dei Cantacronache prima, e del Nuovo Canzoniere Italiano successivamente. Dall'altra parte si è seguito il filone della nuova canzone politica, senz'altro legata sia alle esperienza dei Cantacronache e del Nuovo Canzoniere Italiano.  Ma anche il repertorio dei numerosi Canzonieri legati direttamente alle realtà di lotta di quegli anni (mi riferisco al Canzoniere Pisano, al Canzoniere del Proletariato, etc).

Non si tratta invece, come già detto, di una generica raccolta di canti politici. Salterebbero all'occhio grandi assenze: il repertorio di Guccini, di De Andrè, o di De Gregori, e molti altri (repertorio che ci è tutt'altro che indifferente!). C'è una ragione per questa "lacuna". Ci sono limiti oggettivi, come la mancanza fisica di persone che collaborino al sito, dato che l'ampliamento dell'archivio in quel senso sarebbe un grosso aggravio di lavoro. Ma pensiamo anche che cantautori come Guccini, De Andrè etc, abbiano avuto (giustamente) il loro spazio nei media, alla televisione, nei negozi di dischi, nelle librerie e anche su internet. Il nostro impegno è quindi teso a valorizzare e riproporre un filone della canzone di protesta che è oramai praticamente ignorato da certi canali, sia culturali che commerciali. Ad alcuni potrà sembrare una scelta non condivisibile, ma possiamo assicurare che si tratta di una scelta consapevole e motivata.

Quello che ci auguriamo è che ilDeposito e tutti i progetti promossi, possano servire alla riscoperta, alla diffusione e alla valorizzazione di questo repertorio, non solo come recupero di un materiale passato e legato ad esperienze storiche passate, ma anche come stimolo per la ripresa di un canto politico che sia in qualche modo legato a una tradizione esistente, una tradizione importante e significativa.

Il nostro "manifesto", culturale e musicale